EVENTO 16/03/2020 – CORSO DI CUCINA di Giovanni Dell’Oro
Sapete in quanti modi si cucinano gli asparagi? Venite a scoprirlo insieme allo chef Giovanni Dell’Oro (lunedì 16 marzo dalle 19.30 alle 22.30). Al termine della lezione, dove tutti contribuiranno a cucinare, seguirà un momento conviviale per degustare tutti insieme quanto preparato.
L’avventuroso viaggio dell’asparago
Tra il Tigri e l’Eufrate, in quella terra che viene denominata Mesopotamia, sembrerebbe essere iniziata l’attività agricola da parte dell’essere umano. E’ da lì che arriva anche l’asparago.
Qualche tempo più tardi, non è dato sapere quando, gli Egizi (quelli antichi) lo importarono sulle sponde del Mediterraneo. Sia ai Greci che ai Romani piacque molto, tanto da dare all’ortaggio il nome che conosciamo. “Asparago”, che significa “inizio/germoglio” sia in greco che in latino, indica il fatto che la parte commestibile della pianta è soltanto quella apicale.
Nella terra di Socrate fu il botanico Teofrasto, filosofo allievo di Aristotele, a citare l’asparago nei suoi trattati (nel IV secolo a.C.), mentre Plinio il Vecchio (lo storico che perì per l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. mentre cercava di mettere in salvo l’amica Rectina) ne descrisse i metodi di coltivazione e preparazione. Sapevano ad esempio che andavano cotti per pochi minuti. Svetonio (biografo dei Cesari) descrisse un’azione militare di Augusto (Ottaviano) talmente rapida da essersi svolta in un tempo minore rispetto a quello necessario per cuocere gli asparagi.
Il riferimento probabilmente non fu casuale dato che gli imperatori romani, visto che se lo potevano permettere, fecero costruire navi apposite, dette appunto “asparagus”, per andare a recuperare la pregiata piantina della quale erano ghiotti.
I Francesi (il Re Sole ne andava matto) conobbero l’asparago (e lo coltivarono) a partire dalla fine del Medioevo e qualcuno (non si sa chi) lo portò oltre la Manica, tanto da divenire popolarissimo in Inghilterra all’inizio dell’Età Moderna (Cinquecento). Poi, tra una traversata oceanica e l’altra, arrivò fino in America (mentre gli europei si portavano a casa, in cambio, i pomodori) e i Nativi si misero ad essiccarlo per usi officinali.
Insomma, da più di Duemila anni, l’Homo Sapiens sa come si mangia l’asparago e ne conosce le proprietà, compresa quella afrodisiaca. Leggenda narra che Napoleone lo reputasse indispensabile per le sue cene al lume di candela. Oggi sappiamo che la piantina contiene importanti proprietà benefiche (grazie all’effetto diuretico è un coadiuvante contro gotta, calcoli renali, reumatismi e idropisia), oltre ad essere una ricca fonte di Vitamina E.
Certo, Achille Campanile, con il suo proverbiale umorismo, ha scritto che tra l’asparago e l’immortalità pare non vi sia alcuna connessione, ma vale comunque la pena mangiarlo!